Caro Ezio,
Avrei molto da scriverti, troppo per quello che ho vissuto e imparato da te.
Grazie perché fin da subito quando ero parte dell’orchestra Giovanile Italiana hai creduto in me. Mi hai aperto assieme a Marco le porte della vita professionale, quella dell’orchestrale e vivere quel sogno che avevo dall’età di 13 anni.
Porterò sempre nel cuore l’emozione che ci hai fatto vivere durante una prova a Firenze: “Ragazzi, vi vedo nervosi! Ora voglio che fate musica e nel mentre vi guardate e vi sorridete. Godiamoci questo momento!”. Stavamo provando l’ultimo movimento della tua amata quinta di Beethoven….era vero, a fine prova eravamo diversi, eravamo più belli e la musica usciva con gioia. Eravamo TUTTI in lacrime.
“L’orchestra è una società ideale”, ho imparato il senso di responsabilità, il rispetto e a conoscere i miei limiti e pregi.
Ho condiviso grazie a te il palco con grandissimi musicisti.
Mi hai insegnato che fare musica è concedersi verso l’infinito. Un amore pieno di gioia, rispetto e riconoscenza.
“Quando ti innamori è come volare.. beh io sto volando che è meglio di camminare”
Grazie perché, nell’amore per la musica e per la futura donna che avrò un giorno al mio fianco, ci sarà parte anche di questo tuo amare.
“Guardami Gioele, sono l’esempio vivente che da un problema può nascere un’opportunità!”Mi hai insegnato ad ascoltare e ascoltarmi. Ho incontrato la mia anima, studiando con te ho scoperto mondi nascosti, anche dentro di me.
Ci dicevi sempre:”Facciamo musica con l’entusiasmo di un bambino, ma anche con la consapevolezza che può essere l’ultimo giorno. Diamo il massimo!”
La cura dei dettagli.
Sei riuscito in un paese come il nostro dove la nostra professione non è considerata a far avvicinare gente di ogni età, classe sociale alla musica “colta”. Ogni concerto era SOLD OUT.
Hai reso l’orchestrale una Star a tutti gli effetti. Un'identità vera.. Autografi, fans e selfie afine concerto.
Ricorderò sempre i bellissimi complimenti che mi hai fatto mentre eravamo a cena davanti a grandi musicisti come Bellini, Caracristi, Formisano, Di Rosa, Bossone e tanti altri.. Ero talmente contento da essere imbarazzato, volevo nascondermi sotto il tavolo. A fine serata in camera ho pianto dalla gioia.
La carica reciproca prima di un concerto, gli abbracci a fine concerto.
Io e te, avevamo un rito. Prima di ogni concerto mi mettevi il tuo profumo Bois Noir di Robert Piquet, buonissimo..”Gioele vieni qui… questo profumo ci scalda il cuore!”
Gli aneddoti su Claudio Abbado, il tuo maestro.
Il tuo Beethoven.
Gioivi come non ho mai visto nel fare musica.
La semplicità, l’umiltà prima di tutto.
“La musica è una necessità come respirare, come l’acqua, e la necessità di un musicista è di distribuirla e far stare bene”
Ho vissuto una grande fortuna.
Sono pronto nel mio piccolo a portare avanti ogni valore che ho imparato da te.
Grazie amico, ovunque tu sia ora ti saluto nello stesso modo che facevamo sempre.
G: “Ezio, grazie mille. Ci vediamo presto!”
E: “Gioele, ma che figata stasera! Ci vediamo quando ci vediamo!”